De pagi Bruxiani et situ et originibus
( Sul territorio e le origini di Brusciano ) |
|
LE ORIGINI DI BRUSCIANO
Sulle origini di Brusciano, sono state accolte due ipotesi, entrambe derivate dell'etimo. Una prima ipotesi indicherebbe che la zona in cui sorse il primo nucleo del pagus, fosse una zona paludosa, ricca di bisce e da bixiae sarebbe derivato BIXIANUM, diventato, poi, BRUSCIANO. |
Tale ipotesi pare echeggiare l'antico stemma del comune, che aveva come sostrato una zona paludosa, ma trovava e trova soprattutto suffragio nel fatto che la zona più antica di Brusciano sia stata via Padula, una volta via Palude, nome in cui è stato trasformato per matatesi nel termine PADULA. |
La suddetta PALUDE si formava, quasi certamente, per le acque limacciose del fiume Sarno o Sebeto (7), che passava circa duemila anni fa a levante tra Acerra e Maddaloni, lambendo anche il territorio di Brusciano, come ci riferisce il geografo Strabone: |
"Sequitur autem Castrum Herculaneum, quod mari prominet in promontorio, africo vento ameno afflatum, ita ut redditur hatatio salubris: hunc Osci tenuerunt, et deinde Pompeam, quam praeterfluit Sarnus flumen: postea hanc habitarunt Tirreni, Pelasgi, et post hos Samnites, qui ex his locis expulsi fuere. Qui Sarnus, navale est Nolae, Nuceriae et Acherranum, habitationis eiusdem nominis dicti fluminis Sarni ( id est civitas Sarni ), quae circa Greonem est, onere excipienetem et emittentem." |
Come si evince dal passo citato Strabone, dopo aver descritto l'antica città di Napoli, passa a parlare del castello di Ercolano, situato iu un promontorio alla veduta del mare, perciò delizioso ed ameno di abitazioni, dopo questo della città di Pompei, bagnata dal fiume Sarno ed una volta abitata dagli Osci e quindi dai Tirreni e dai Pelasgi e finalmente dai Sanniti.Soggiunge, infine, che questo fiume correva non solo per la città di Nucera e di altra città dello stesso suo nome, cioè la città di Sarno, ma ancora comunicava con quella di Nola e di Acerra ed era per tutte queste navigabile e di continuo traffico. |
Questo che riferisce il geografo Strabone si uniforma in qualche maniera ad una antica tradizione dei Nolani, che un tempo il mare fosse giunto fino alla loro città, ciò sta a significare che Nola comunicasse con mare per mezzo del suddetto fiume. Le ancore, i ferramenti ed altri attrezzi navali, ritrovati in diversi luoghi di Nola e la Chiesa della Madonna del porto, sostengono ed avvalorono, senza ombra di dubbio, l'anzidetta tesi. |
Crediamo, comunque, che un fiume così rinomato e famoso nell'antichità, cantato da diversi scrittori, si sia disperso nei meandri sotterranei del suolo a causa della violenza di grandi terremoti che, al tempo dell'imperatore Nerone, scossero con tanto impeto e con tanta devastazione queste regioni facendo fuggire a Roma quasi tutti i suoi abitanti. Cessato il pericolo, Seneca, con accorati discorsi, convinse gli abitanti di queste terre a ritornarvi. |
Le sue acque si vedono ancora ai nostri giorni comparire erranti in diversi luoghi dell'agro nolano e napoletano, cioè in Casamarciano, sotto il monte di Nola, detto Sant'Angelo, nella stessa Nola, nel luogo detto la teverna del Gioco e nel territorio detto la VOLLA, per dove il sudetto fiume doveva passare per scaricarsi a mare o con nome di Vesari, ricordato da Tito Livio, o dell'antico Sebeto. |
Lo ricordano, inoltre, Virgilio nell' "Eneide", Papinio Stazio nelle "Silvae" e Giulio Columella nel suo libro "La coltivazione degli orti". |
Vi sono ancora tutta una serie di prove sulla esistenza del suddetto fiume, relegato a fiume sotterraneo, del sac. G. Maione nella sua opera "Della Esistenza del Sebeto nella pendice settentrionale del monte Somma" Napoli 1865. |
La seconda ipotesi trova conferma su due episodi riportati da Tito Livio (8).Il primo e più antico avvenimento ci dimostra che Brusciano potrebbe essere sorta in seguito ad un fatto storico verificatosi nell'anno 441 di Roma e precisamente nel 312 a. Cristo quanto... ""Is, cum audisset arcem Fregellam ab Samnitibus captam, omisso Boviano ad Fregellas pergit; unde nocturna Samnitum fuga sine certamine, receptis Fregellis, praesidioque valido imposito, in Campaniam reditum maxime ad Nolam armis repetendam. Eo se intra moenia sub adventum dictatoris, et Samnitium omnis multitudo et nolana agrestis contulerat. Dictator, urbis situ circumspecto, quo apertior aditus ad moenia esset omnia aedificia et frequenter ibi habitabantur, circumiecta muris incendit, nec ita multo post sive a Poetelio dictatore sive ab Caio Iunio consule, nam utrumque traditur, Nola est capta"". Egli, avendo sentito che la rocca di Fregelle era stata presa dai Sanniti, lasciata Boviano, si diresse alla volta di Fregelle; di quì, avendo recuperato la città senza conbattere per essere i Sanniti fuggiti durante la notte, dopo avervi posto un forte presidio, tornò in Campania, soprattutto allo scopo di portare le armi contro Nola.Ivi si era rifugiato dentro le mura all'arrivo del dittatore, tutta la moltitudine dei Sanniti e dei contadini nolani. Il dittatore, esaminata la posizione della città, per facilitare l'accesso alle sue mura, incendiò tutti gli edifici, ed erano molto popolati, che sorgevano intorno ad esse; e non molto tempo dopo Nola fu conquistata, o dal dittatore Petilio o dal console Caio Giunio, ci sono giunte entrambe le versioni.Da questo episodio si comprende che il luogo di sicurezza era una città circondata da forti mura che nei tempi di invasioni poteva offrire sicuro asilo non solo alla gente urbana, ma pure agli abitatori dei campi circostanti. Nelle guerre dei tempi bassi, essendo in Italia quasi tutte le antiche città abbattute, quel misero avanzo di gente urbana emigrò nelle campagne e nelle ville restandovi ad abitare. Alla luce di quanto riferito si può dedurre che un primo insediamento nel futuro agro di Brusciano fu dovuto ai Sanniti, attratti dalla bellezza del luogo e dal fiume che scorreva in quelle terre. D'altra parte è storia nota a tutti che i primi insediamenti dei popoli si sono avuti presso fiumi, sia per la possibilità di dar vita ad una fertile agricoltura sia come mezzo di comunicazione. Il primo nucleo della futura Roma si insediò presso il Tevere e la civiltà della Mesopotamia sorse nell'agro attraversato dai fiume Tigri ed Eufrate.L'altro episodio si riferisce all'anno 631 di Roma precisamente al 122 avanti Cristo. Si legge in Tito Livio (9) :"Sulla Nolam a Samnitibus recepit viginti septem legiones in agros captos deduxit et eos iis divisit ". Silla recuperò Nola dai Sanniti distribuendo 27 legioni in tutti i terreni che aveva tolto ai nemici. L'insediamento dei Romani quindi, trova la sua prova in Tito Livio; Silla, in effetti, seguendo una tradizione di generali romani, divise i campi del territorio nolano, dopo averli conquistati, ai veterani delle 27 legioni, unità fondamentali dell'esercito romano. Questi si insediarono nelle terre, cacciandone i vecchi coloni. Questa situazione richiama alla memoria quanto capiterà nel 42 avanti Cristo al padre di Virgilio che fu privato delle sue terre in seguito alla spartizione dell'agro mantovano e cremonese fatta da Ottaviano ai suoi veterani. Di tali spartizioni vi è eco nella prima e nella nona Bucolica virgiliana. Successivamente nella distribuzione delle terre l'agro, già insediamento degli Etruschi, toccò ad una nobile famiglia romana, la famiglia Brutia o Bruxia da cui sarebbe certamente derivato Brusciano.E' noto il suffisso anus veniva aggiunto per indicare il possesso; di qui Marigliano, Scisciano, Cicciano, Faibano, Ottaviano, ecc. (10) , infatti, nel tomo I, cap. 43, riporta come sostegno dell'origine romana di Brusciano la seguente epigrafe:D.M. BRUTTO - G.F. - VARIO - PROTO ect. Nel " LEXICON" di Pitisco, cioè il filosofo tedesco Bartholomaus Samuel (11) , viene riportata altra epigrafe contenuta iu un marmo, in cui si legge:C. MUNCIUS - BRUTIANUS - FAUSTINUS - ANTONIANUS VEFLAMEN - AUGUSTUM E' risaputo che fu proprio dai Latini denominare il praedium dal nome del suo proprietario, così si ebbe il praedium Tullianum, la villa Sabiniana, il rus. Lucilianum ecc. ecc.Inoltre, come è stato tramandato il termine PALUDE, alla periferia di Brusciano, oggi divenuto tutt'uno col paese, esiste il ponte detto di Scipione, che certamente doveva essere il ponte attraverso cui si passava da una parte all'altra del fiume e che dovette essere usato dal Romani per le loro lotte con Nola ed in genere col Mezzogiorno.Molti anni fa in seguito a scavi, furono trovati anche elmi, spade, corazze ecc.ecc., di origine romana, di cui, tuttavia, non ci è possibile ottenere alcun reperto. Infine una delle vie più antiche di Brusciano, non a caso, certamente, porta il nome di Casaromano, che riecheggia l'origine romana della zona. A sostegno di quanto asserito sopra, ancora una volta ci viene in aiuto Tito Livio; si legge, infatti, nella deca 13 libro 3 cap. IX che Annibale, dopo la vittoria di Cannes, si portò con il suo esercito a Nola. I Nolani, temendo fortemente il nemico, "legatos propere ad praetorem romanum Marcellum Claudium, qui Canusi cum exercitu erat, mittunt", facendogli sapere l'imminente pericolo che correvano, di cadere nelle mani degli assedianti. Marcello, a tale avviso, volendo aiutare gli alleati, partì da Canosa alla vota di Caiazzo, e di là, passato il Volturno ed attraverso l'agro di Trebia e Saticula, "per montes supra Suessolam, Nolam pervenit". Arrivato dunque a quella città, sembra che si portasse vicino ad essa, stringendo d'assedio il nemico fino alle mura, "intra muros se recepit", non perchè temesse di affrontarlo, ma per tenere in freno taluni malcontenti sviluppatosi tra i nobili nolani, che potevano favorire i suoi piani ) nella cit. lib. Cap.II).(7) T.Turboli - Ricerche storiche su di Marigliano e Pomigliano d'Arco - Napoli 1794, pag.55 (8) Tito Livio - " Historia ab Urbe condita " deca I, libro 9, cap.28 (9) T.Livio - Ab Urbe condita - pars V - Epitome cap. LXXXIX LIPSIA - TEUBNER - 1865 (10) Remondini - " Storia ecclesiastico nolana " Napoli 1747 (11) Pitisco - LEXION - PADOVA - pag. 678 |