Gennaro Terracciano
De pagi Bruxiani et situ et originibus
( Sul territorio e le origini di Brusciano )
Stampato e pubblicato nel mese di aprile 1988
Presentazione
La ricerca storica sulle origini di Brusciano è divenuta negli ultimi anni l'ansia di tanti Bruscianesi e, perfino, di gruppi politici. |
Le ricerche, in verità, furono iniziate proprio da me una quarantina di anni fa, in seguito al ritrovamento di reperti archeologici dell'età romana, nella zona periferica di Brusciano, detta " Scipione ". |
L'avv. Ettore Leopoldo Terracciano, all'epoca sindaco, sensibile di arte, entusiasta, mi sollecitò alla ricerca e mi diede da consultare "La storia di Marigliano ed i Comuni del suo mandamento" del Ricciardi. |
Dal Remondini attinsi le due ipotesi che il comune di Brusciano potesse derivare o da una famiglia romana, Bruxia, o da bixia, biscia, considerato che tutta la zona tra Brusciano ed Acerra era zona paludosa. Mi limitai allora ad attenermi alla documentazione offerta dal Remondini e da riferire sul nuovo materiale archeologico scoperto, a sostegno dell'una e dell'altra tesi.Non erano possibili, allora, ricerche accurate, perché non era facile l'accesso a pubbliche biblioteche né vi era possibilità di ottenere con facilità testi da consultare. |
Da allora nessun nuovo contributo era stato dato a quella ricerca. |
Gennaro Terracciano , invece, sensibile interprete di "Antichi Silenzi" (1), con attente e lunghe ricerche, alla luce di altri documenti e, soprattutto, di reperti archeologici che, continuamente, negli ultimi anni sono venuti alla luce in varie zone di Brusciano, ha dato un contributo nuovo e valido al problema delle origini di Brusciano. |
Il Terracciano riprende l'ipotesi del Remondini e pone l'insediamento romano nella zona di Brusciano, alla luce di un passo di Tito Livio, intorno al 300 avanti Cristo, quando il console Silla, avendo sconfitto i Sanniti ed occupato Nola, distribuì i terreni circostanti ai veterani delle sue 27 legioni. |
Tuttavia egli sostiene, alla luce di documenti vari che la zona, allora, era già abitata da altri popoli, certamente dai Sanniti, che vi si erano insediati, attratti dalla bellezza del luogo e dall'abbondanza dell'acqua, perché tra Brusciano ed Acerra scorreva un fiume, che il Terracciano, alla luce di un passo di Strabone, crede di individuare nel Sebeto.Gli straripamenti primaverili di detto fiume avrebbero prodotto la zona paludosa a cui accenna anche il Remondini e che trova fondamento nella tradizione locale e nella toponomastica di Brusciano. Il Terracciano non giunge alle sue conclusioni, poggiando solo su documenti o brani attinti a vari scrittori di storia, ma ha anche raccolto una enorme quantità di materiale archeologico, che vince di mille secoli il silenzio, a sostegno della sua tesi. |
Personalmente ritengo attendibili le sue conclusioni. |
Comunque per dirla con tacito: " Unusquisque ex ingenio suo demat fidem vel addat ". |