E’ passato circa un secolo e mezzo, da quando, in
onore di Sant'Antonio
da Padova, per ringraziarlo per il miracolo di Zì Cecca, i
primi fondatori diedero vita a questa Sagra.
Senza dubbio, si può affermare, che sebbene sia tra
il sacro ed il profano, essa fa parte integrante della storia e
dei cuori dei bruscianesi.
Tanti sono stati gli uomini che si sono prodigati per
la festa, senza mai badare a fatiche e sacrifici anche economici, per rispettare
l’appuntamento con il Santo
Monacone, l’ultima Domenica di Agosto; come tante sono state
le società che si sono susseguite
nel corso della storia: il giglio dei Contadini, dell’Ortolano, dei Patanari,
S.Antonio, Croce, Vienola, ecc..
A parte l’Ortolano l’unica sempre
presente,qualcuna è scomparsa, qualcun’altra è rimasta assente dalla scena
per un po’ di anni per poi ripresentarsi, tra queste va menzionata quella
della Croce. A tal proposito, dal cuore mio, mi sento di ringraziare tutti
coloro che hanno contribuito con passione, competenza, disponibilità, fede e
perseveranza affinché il Giglio della Croce non fosse solo un ricordo ma una
realtà.
Tra i tanti, non me ne vogliano gli altri, cui va
un merito particolare è sicuramente il signor Carmine Di Sarno, detto zì
Carminiello, persona seria ed onesta,che da sempre ha dimostrato una fervida
fede verso il Giglio della Croce. Inoltre mi sento di ringraziare anche gli
altri comitati presenti quest’anno: Ortolano,
Gioventù, Passo Veloce, Amicizia, S. Antonio, perché anche questi
si sacrificano per la realizzazione della Festa che non morirà mai!
A conferma di ciò c’è stato un episodio che vale la pena citarlo.
Durante la nostra questua, nel ringraziare una signora che aveva dato la sua
offerta, ella risponde che doveva lei ringraziare le varie associazioni
che si prodigano con fede alla realizzazione della nostra amata festa.
In ultimo un elogio va fatto ai vecchi ed ai nuovi
parolieri che attraverso le loro rime hanno raccontato costumi e modi di
vita bruscianese. Tra questi vanno menzionati. Raffaele Tramontano “è
turnata stà festa cu Massimino e società“, Ciro
Castaldo “Ojè S.Antonio mio quanno si bello ddò terremoto si ò liberatore”,
Cav. Sebastiano Romano ”Nostalgie è stù paese”, Ignazio Sposito, Antonino
Tramontano, Zio Bruno, Antonio Cerciello, Felice
Giannino.
Francesco Cerciello