CARMEN FUSCO Nola. Un simposio internazionale sulle
tradizioni popolari. Quale migliore location di una città che vive
all'ombra della millenaria festa dei GIGLI,
mix di fede, storia e folclore. L'occasione per porre le basi del duraturo
evento la fornisce la due giorni di studio e riflessione dedicata alla
kermesse di Nola ed ai riti analoghi celebrati in altri Comuni dello
Stivale. Il titolo è esplicito: «La Festa, dinamiche socioculturali e
patrimonio immateriale». L'approccio sarà di tipo antropologico e
sociologico e l'approfondimento sarà appannaggio di docenti universitari
ed esperti. Si comincia domani, alle 17 nell'aula consiliare del municipio
di piazza Duomo. A confronto ci saranno accademici come Luigi Maria
Lombardi Satriani, Lello Mazzacane, Francesco Faeta, Letizia Bindi,
Giovanni De Vita ed Emilia De Simoni. A loro è stato affidato il compito
di svelare i meccanismi di un motore inarrestabile che consente a
tradizioni come la festa dei GIGLI
di Nola o ai ceri di Gubbio, tanto per fare qualche esempio, di camminare
senza sosta lungo i secoli. E di rinnovare le corso degli anni entusiasmo
e passione. Ragionamenti complessi, inevitabilmente riferiti alla cultura,
ai sentimenti ed allo stile di vita dei popoli. Ma anche confronto e
proposte sulle possibilità di promozione di eventi tipici nell'era della
globalizzazione. Ed in un contesto del genere non potrà non essere
affrontata l'antica aspirazione della festa dei GIGLI
al riconoscimento Unesco come bene culturale immateriale. Il percorso, sia
pure avviato da tempo, procede con lentezza ed è attualmente fermo alla
tappa toccata lo scorso anno quando un GIGLIo
di Nola «ballò» sui sampietrini della Capitale, nell'ambito di una
iniziativa promossa dal ministero dei Beni culturali. Approfondimento di
ampio respiro dunque, iniziativa di spessore di quelle da sempre invocate
per ridare lustro e smalto all'evento nolano, ormai tanto invischiato
nelle beghe «politiche-elettoral-paranzare» da spingere il vescovo di
Nola, Beniamino Depalma a lanciare un severo monito a chi ne decide le
sorti. Un appello accorato, per evitare che da festa l'evento possa
diventare sagra paesana, che non è detto non possa essere ripreso nel
corso della tavola rotonda di domenica mattina. D'altra parte il tema che
il giornalista Michele Mezza, il docente universitario Luigi Maria
Lombardi Satriani ed il musicologo Roberto De Simone, affronteranno sarà
proprio quello della «Festa mutante, derive e approdi della tradizione»..
Si vedrà. Intanto l'auspicio è che l'iniziativa possa davvero essere
l'occasione per dare il via a nuove possibilità, simposio internazionale
compreso.
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