l Comune di Brusciano, che è compreso tra le pendici del Monte Somma e la zona dei Regi Lagni, vanta una particolare origine geologica: ceneri, lapilli e banchi tufacei risultanti dall'attività vulcanica del Vesuvio hanno costituito il substrato su cui si è formato il suolo locale. Lo strato superficiale si presenta con una profondità variabile nell'ordine di alcuni metri, con una particolare composizione di elementi sabbio-argillosi e vulcanici frammisti a ceneri, lapilli e pomici.
Il sito architettonico di maggiore interesse è la Chiesa di S. Maria delle Grazie, nonchè l'adiacente Confraternita della Pietà. Ubicata in via San Francesco, la chiesa risale all'anno 1308. In "Rationem decimarum Italiae", sec. XIII, si registra il contributo della Chiesa "S. Marie de Bussiano", attraverso il versamento delle decime, al sostegno delle campagne contro gli infedeli. Petrus Gogus era il nome dell'abate titolare.
el 1615, si censivano con visita pastorale, due confraternite denominate: Corpo di Cristo e S. Maria della Pietà. La sede della seconda, adiacente alla chiesa S. Maria delle Grazie, ancora esistente, è in fase di recupero grazie all'impiego di fondi del Comune di Brusciano e presto sarà riconsegnata alla comunità locale per esclusivi usi civili. La precedente ristrutturazione avvenne nel 1880, per 6.000 lire di spesa, sostenuta dal Comune e dai fedeli.
chiesa S. Maria delle Grazie ospita dal 1808 il protettore della comunità: S. Antonio da Padova. Nel 1920 un incendio si sviluppò per causa forse dolosa e ingenti danni ne derivarono alla chiesa che, però, in seguito al generoso intervento dei fedeli, venne in pochi anni recuperata.
i
particolare interesse è anche il Vico Tre Santi
a Coratucci, una delle numerose traverse di via San Francesco, in
cui avvenne il Miracolo di Sant'Antonio che gli meritò la riconoscenza
di tutta la comunità con l'istituzione della Festa dei Gigli. Era
l'anno 1875 e la povera Zi Cecca De Falco, con un figlio che versava in
gravi condizioni di salute, si rivolse a S. Antonio promettendogli una coroncina
tutta d'oro per il bambinello qualora avesse ricevuto la grazia. Il figlio della
donna guarì, ma il debito non potè essere onorato così come promesso. Le
ristrettezze economiche della povera mamma le permisero nel giorno della
processione, il 13 giugno, solo di lanciare dal balcone della misera casa 16
ostie: di esse, 13 andarono a posizionarsi a corona sospesa nell'aria, proprio sul capo del bambinello di
S. Antonio.
Don
Francesco Monda, parroco pro tempore della Chiesa Madre S. Maria delle
Grazie dal 1845 al 1879, fissò l'avvenimento in forma di versi:
Che
gran prodigio, che bel portento!
Ostie leggere versate al vento
Sul capo fermarsi del Dio Bambino
A foggia quasi di un cappellino.
Erano sedici le ostie versate,
ma solo tredici si sono fissate.
Le altre andarono in preda al vento.
Che gran prodigio, che bel portento!
Altro importante monumento è la vecchia Sede Comunale, sita in via Semmola, con il Circolo degi anziani al piano terra ed altri locali al piano superiore, in parte sede della Pro Loco, fu acquistata dal Comune di Brusciano il 12 settembre 1837. Il Sindaco di allora, Michele Cassano, in carica dal 1835 al 1840, ne ottenne la proprietà, con l'autorizzazione di Ferdinando di Borbone e il pagamento di 400 Ducati a favore di Francesco Saverio Porcaro. L'immobile venne destinato a Casa Comunale e sede del Corpo delle Guardie e per oltre un secolo fu destinato a tale uso. Nel 1874 risultavano impiegati: un segretario, un vice segretario ed un servente comunale e regolatore del pubblico orologio. Come salariati vi erano: il custode del camposanto, il predicatore quaresimale, l'organista, il sagrestano, il maestro, la maestra, l'infermiere ed il medico condotto.
Degna
di nota è, infine, la Croce di Casaromano, fondata il 4 ottobre del
1884 e posta proprio nel gomito interno di Casaromano, oggi Via Giovanni
Esposito, giovane militare, caduto prima
della II Guerra Mondiale. Il 1° maggio del 1999, l'edicola sacra nonché la
Croce in legno, furono riconsegnate al culto popolare dopo il restauro
dell'esperto Giovanni Ortica, a spese del Comune di Brusciano. Alla presenza di
fedeli e laici, fu officiato il rito della benedizione con Don Michele Lombardi,
della Chiesa S. Maria delle Grazie ed il Nunzio Apostolico, Mons. Luigi
Travaglino. La cittadinanza assisteva con il Sindaco, defunto, Dott. La Gatta
Salvatore, e la Giunta Comunale.
La Festa dei Gigli: il paese si rigenera
La vita dell'antico borgo è allietata durante l'anno da una particolare manifestazione che richiama nel comune un gran numero di visitatori: la Festa dei Gigli. tale festa è la forma cristianizzata di antichi riti pagani, la cui origine risale al culto degli alberi. Le foreste primordiali, infatti, che coprivano l'Europa incutevano un sacro timore nei popoli antichi, per la cui cultura, il mondo, compresi alberi e piante, era percepito come divino e richiedeva una speciale integrazione con esso. Fra le tribù di razza finnica i culti pagani si celebravano essenzialmente nei boschetti sacri, che erano sempre recintati e, spesso, consistevano in una radura, o spiazzata, con pochi alberi sui quali, in tempi andati, veniva appesa la pelle delle vittime sacrificali. Il punto focale del boschetto, almeno per le tribù del Volga, era l'albero sacro: davanti ad esso si radunavano i fedeli e il sacerdote innalzava le sue preghiere; ai suoi piedi veniva immolata la vittima e, talvolta, i suoi rami servivano da pulpito. Nel boschetto era fatto divieto di segare il legno o spezzare un ramo e, in genere, le donne non venivano ammesse. Del resto anche nell'antica Roma nel foro, fulcro della vita romana, il fico ruminale, sacro a Romolo, fu venerato fino all'epoca imperiale; e quando il suo tronco inaridì , la città tutta ne rimase costernata". Di questo passato, molto lontano, troviamo dei residui in Lucania, dove, col Maggio di Accettatura si celebra il rito del matrimonio fra due alberi, benedetto dalla religione ufficiale e San Giuliano.
Le
origini della Festa dei Gigli, dunque, risalgono al V secolo d.C.,
quando dopo la morte di San Paolino, Vescovo di Nola, avvenuta il 22 giugno del
431, per ricordare la liberazione dalla schiavitù patita in Africa ad opera dei
Goti nel 410 d.C., i nolani pensarono di istituzionalizzare l'evento attraverso
questa festività. Nei secoli si è passato dagli omaggi floreali alla macchina
da festa come la vediamo oggi. In tempi più recenti e, precisamente, dal 1875
anche Brusciano crea la sua Festa dei Gigli, per ricordare il miracolo di
Sant'Antonio avvenuto il 13 giugno di quell'anno. È possibile vedere la sfilata
dei gigli, nel nostro paese, l'ultima domenica di agosto di ogni anno. Il forte
agonismo che si sprigiona fra le paranze che portano a spalle i gigli
lungo il percorso cittadino, è ammesso giusto nel tempo extra-ordinario della
festa, durante la quale si svolgono anche riti di iniziazione e di ricambio
generazionale.