Comitato del Giglio della Croce |
Sagra dei Gigli 1997 |
. . . un popolo questo, pregno di orgoglio, cultura e tradizioni, che rincorre i valori del passato . . . che sono poi quelli di sempre. |
Giuseppe Panico |
Cenni Storici |
Identificare con certezza l'anno di inizio della festa dei gigli a Brusciano non è cosa facile, soprattutto per l'assoluta mancanza di documenti scritti. Un punto di riferimento certo è costituito da un evento miracoloso operato da Sant'Antonio il 13 giugno 1875. La tradizione popolare vuole che in uno dei vicoli di Cortaucci, ora denominato via Cavalcanti |
( Già vico dei Santi ), una certa Zi Cecca, al passaggio della statua del Santo , volendo ringraziarlo per averle guarito il figlio malato e non potendo mantenere la promessa del voto fatto, una testiera d'argento, lanciò la tradizionale |
" guantiera di ciurilli " insieme a 16 ostie. |
" Chell'ostie se perdettero pe 'o viento |
ma tririce sultant ncapo a Gesù Bambino |
comme 'a nu cappellino se iettero a pusà " |
( Antonino Tramontano Giglio de Parulane 1971 ) |
Questo evento ispirò il parroco Don Francesco Monda che scrisse questi versi : |
" Che gran prodigio che bel portento. |
Ostie leggere versate al vento |
sul capo fermansi del Dio Bambino |
a foggia quasi di un cappellino |
erano sedici le ostie versate |
ma solo tredici si sono fissate |
le altre andarono in preda al vento |
che gran prodigio che bel portento. " |
Questi versi in seguito furono riportati su di una immagine promozionale della festa, sulla quale era anche rappresentato un giglio portato a spalla e, sulla sinistra, una donna che dalla finestra lancia delle ostie che si fermano sul capo del Bambinello. Come dicevamo, il 13 giugno 1875 costituisce un punto i riferimento che però, secondo alcuni è posteriore all'inizio della festa, fissato al 1870 quando fu costruito il primo giglio bruscianese, quello dell'Ortolano,ad opera di Ciccio o' Monaco articolo di Peppe Giannini e Ciro Vaia 1981 - opuscoletto del giglio Passo Veloce e per Brusciano IX Festival de l'Unità - ottobre 1984 ). |
Vedi copertina del libro "Festa Unità 1984" |
Secondo altri, invece, è antecedente, ritenendo che i primi gigli furono costruiti intorno al 1884( Brusciano attraverso i secoli - Luigino Tramontano 1990 ).Ad ogni modo verso gli ultimi decenni dell'800 nacque la festa dei gigli di Brusciano rifacendosi a quella già secolare di Nola. Il primo giglio è stato, probabilmente, quello dell'Ortolano, capitanato dal citato Ciccio o' Monaco. |
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Successivamente si costituirono altri comitati, quali quello dei Contadini, circa nel 1893 per opera di Massimino Montanile, ritenuto un perfezionatore della " ballata " ed ideatore del " mezzo passo bruscianese " . Via via nacquero il comitato dei Patanari, quello dei Muratori con a capo o' Casciere, al secolo Angelo Lanza. Nel corso degli anni molti comitati sono nati, alcuni hanno avuto una vita effimera, altri, invece, hanno consolidato nel tempo la propria presenza arrivando, in alcuni casi, a costruire attorno a se un vero e proprio mito. |
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Di questo ristretto numero di comitati fa sicuramente parte quello del "Giglio della Croce ". |
La storia di questo comitato ha origine nel 1884, quando alcuni missionari posero un crocefisso in uno dei più popolosi quartieri del paese : Casaromano. |
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Oggi Casaromano, centro storico per eccellenza, è scarsamente popolato, a seguito degli eventi sismici del 1980, ma all'epoca era il vero cuore della comunità. Questa Edicola sacra, ancora oggi posta all'angolo con via Bologna, diventò presto il simbolo del rione e, come si può dedurre, ogni simbolo rappresenta la storia delle gente, rappresenta motivo di partecipazione ad ogni atto della vita quotidiana sia nella gioia che nel dolore, e quindi attorno ad esso nacque, nel 1886 il Giglio della Croce. |
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Sui primi anni di vita del giglio si sa ben poco, siamo riusciti a ricostruire la sua storia solo a pezzi. Il ricordo è legato a periodi di fulgore della società che sotto il comando di uomini che hanno lasciato il segno, ha offerto alla festa pagine indimenticabili. La storia della Croce va avanti, con molto onore, fino agli anni '30, in questo periodo le braccia alzate sono quelle di Sebastiano e Maiuccio, Sebastiano o' Ce e Carminiello e Maggio. La pausa che la seconda guerra mondiale impone, mortifica gli entusiasmi e lo spirito dei bruscianesi che, appena possibile, rimettono in piedi le società e riprendono la festa. Il Comitato delle Croce riprende la sua attività nel 1949 e al fianco dei citati " Padri Fondatori " e di personaggi del calibro di Antonio Sposito detto o' Soreco e di Domenico 'a Scuppetta, si affacciano volti nuovi quali: Antonio o' Minicone, Vincenzo Cerciello o' Vicenzone, Giovanni Lisbo Parrella, Domenico Toppi o' Bigliardiero, Antonio De Martino o' Perichichl, Luigi Amoretti detto Lellè, Sebastiano Di Maiolo o' Mazzola, fratelli Lorenzo e Francesco Cerciello 'e Duniariello e l'allora giovanissimo Lorenzo Esposito, oggi meglio conosciuto come " Mastro Lorenzo ", che sebbene tredicenne volle diventare " Socio effettivo ", impegnandosi a versare nelle casse della società ben 100 lire alla settimana. |
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Lo stesso Esposito ricorda e ci racconta questa sua esperienza: " .. .... .... avevo 13 anni in quell'anno, naturalmente non potevo ricordare il giglio limpidamente prima della guerra, però era come fossi nato con il giglio della Croce nel sangue, questo perchè sono nato a Casaromano e quindi per me era l'emblema del mio rione e della mia famiglia, per questo, anche a costo di sacrifici, feci comandare il cuore e quindi diventai socio effettivo versando nelle casse della società 100 lire alla settimana " . |
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Questo spirito nuovo, questa ventata di gioventù porteranno anche nuove idee ed esperienze innovative. Da questo momento, infatti, la festa della Croce non fu solo limitata alla ballata domenicale ma l'impegno allo spettacolo fu allargato, ricomprendendo la nota gara ciclistica del martedì dopo la festa e le rappresentazioni allegoriche del sabato sera, diventate poi, il fiore all'occhiello della nostra festa; in quest'ambito si distinse particolarmente il sig. Antonio Sposito detto o' Pittore. Su queste prerogative inizia un periodo d'oro per la Croce che durerà fino ai primi anni '70. |
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Durante la maggior parte di questo periodo il nostro giglio è stato sempre tra i primi, quando non ha assunto una netta predominanza, sia per l'aspetto musicale che per quello allegorico e, non di rado, anche per quanto riguarda la ballata. Ma il segno distintivo della Croce è rappresentato certamente dalla fanfara. Ancora oggi gli amanti della festa ricordano con piacere i grossi artisti che hanno allietato i sabato sera della festa, tra i tanti ricordiamo i fratelli Desideri, Salvatore Accardi ed Eddy Caruso, mentre tra i cantanti non possono essere dimenticati Tullio Pane, Gianni Garofalo, Mario Abate, portando alla ribalta anche una chiara voce locale che, insieme con il fratello Peppe, sono ancora oggi l'orgoglio di Brusciano, stiamo parlando di Luigi Cerciello meglio noto come Gigino Carosone. |
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Con tanti artisti il sabato bruscianese si era trasformato in un vero festival della canzone napoletana, di notevole levatura tecnica. Nell'occasione ricordiamo i defunti parolieri che con le loro canzoni hanno dato sempre vivacità alla nostra festa dei gigli : Raffaele Tramontano , Antonino Tramontano, Ignazio Sposito, Ciro Pasqualino Castaldo. Non di rado al giglio della Croce era legata anche la più bella canzone d'occasione e tra i tanti motivi di successo uno è stato per anni il motivo predominante delle fischiettate dei bruscianesi, si tratta di " Nustalgia e stu paese ", scritta nel 1954 da Sebastiano Romano, zio Peppino, musicata dal Maestro Mario Nicolò e cantata dal Garofalo. I versi furono ispirati da un fatto realmente accaduto e che lo stesso Romano, anche questo anno autore di bellissimi versi, ci racconta: " Era il 1954 quanto notai che Lorenzo Cerciello - già comandate del giglio - dopo aver fatto la questua per il giglio, dovette emigrare negli Stati Uniti d'America senza vedere il frutto della sua semina, ciò mi ispirò a scrivere la canzone " Nostalgia 'e stu paese " dove appunto parla della canzone d'occasione che vola da Lorenzo per dirgli che quando vuol tornare noi lo aspettiamo a braccia aperte e, per rincuorarlo, se gli tormenta il fatto " di comandare ", che non si rattristasse, perchè c'è il fratello Ciccio che certamente onore gli farà " . |
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Si narra che fù proprio la canzone che fece tornare Lorenzo nella terra natia. Tra i tanti personaggi nati con questa società e divenuti simbolo della festa è da ricordare Francesco D'Amore detto Malepensiero, che nel 1949 esordì con la Croce, dando inizio a quella che di lì a poco sarebbe diventata leggenda, non solo a Brusciano, ma in tutti i centri interessati ai gigli. L'esibizione della sua paranza hanno lasciato ricordi incancellabili, la forza e la sicurezza lo portarono a delle indimenticabili perfomances. Capitò un anno che il giglio di Sant'Antonio, posto nei pressi dalla Croce, restasse la domenica mattina senza paranza; senza porsi alcun cruccio, conscio della superiorità della sua gente, decise di alzare entrambi i gigli - quello della Croce con il quale era impegnato e quello rimasto senza paranza - ottenendo un successone. |
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Ma il ricordo dei passati fasti non è legato solo a questo sodalizio, infatti eccellenti furono anche le imprese della paranza nolana di Giovanni o' Barbiere e quella di una paranza bruscianese, nata alla fine degli anni '60, organizzata da elementi che in seguito hanno lasciato una seria impronta della festa, parliamo di Nicola Vallefuoco, Ciro D'Amore o' Criscinzone, Merecacchione, Ciccio e' Vicenzone ed infine Rocco Romano detto Cigliabianca. |
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Peculiarità della Croce è stato l'avvicendamento dei comandanti, tra i tanti ricordiamo: Cerciello Lorenzo, Sebastiano 'e Maiuccio, Cerciello Francesco 'o Marisciallo, Luigi Amoretti detto Lellè, Eugenio Amoretti, Montanile Domenico, Toppi Vincenzo, Romano Umberto detto 'o Bobb e Vincenzo Zollino. Con gli anni '70 sale alla ribalta un giovane promettente e di sicuro talento, Antonio Cerciello meglio conosciuto come Tonino 'o Mericano e con lui si avrà il canto del cigno del Giglio della Croce, che nel 1974 uscirà di scena, lasciando un vuoto che non sarà riempito da alcuno. E' appena il caso di ricordare l'effimera ricomparsa della Società nel 1979, ballando però il giglio sulla Nazionale. Al comando ci fu Pasquale 'o Ciurnutore, l'anno successivo ci fu Antonio 'o Spuntone e nel 1981 Crescenzo Frattini. |
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Questa esperienza limpidamente fallimentare, provocò questa volta senza dolore, una nuova uscita di scena del giglio, durata fino ad oggi. Quest'anno, finalmente, l'amore per la festa ha risvegliato il vecchio cuore della Croce e riportato la società in festa, con tanto entusiasmo, nuova voglia di fare ma con la sempre eterna visione della festa quale manifestazione di cultura, arte e spettacolo e, perchè no, anche di forza. |
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Dopo anni ritorna la Croce ripercorrendo la stessa strada che già l'aveva portata al successo. Come nel lontano 1949, insieme con le vecchie glorie, leggi Francesco Cerciello ed Esposito Lorenzo, sono presenti giovani che con la loro voglia di cambiare e le loro giovani idee daranno una nuova forte impronta alla festa, stiamo parlando di Giuseppe Santorelli 'o Puchele che, figlio d'arte, sarà il comandante del giglio, Fernando Di Maiolo, Ferdinando Palladino - già Comandante del giglio dei Lavoratori edizione anno 1996 - , Luigi Castaldo già Vice Comandante del Giglio dei Lavoratori edizione 1996, Pierino Addeo e dei giovanissimi alla prima esperienza come Antonio Castaldo o' Ce, Dott. Antonio Cerciello di Francesco, Mario Ruggiero e altri ancora che, anche se non nominati, danno un contributo insostituibile e fortemente necessario. |
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Agosto 1997, come l'araba fenice, la Croce rinasce dalle proprie ceneri più bella e forte che mai, assumendosi l'onere di dare un nuovo corso alla nostra festa e, possibilmente, proponendosi come vero protagonista. Ad ogni modo ritrovarci in piazza, vicino al nostro legno è già una vittoria, nata dal cuore di pochi e realizzata con l'aiuto di quelli che ancora si riconoscono nella festa. Non pensavamo assolutamente di sentirci così parte della festa, proprio quando stava scappando via dal cuore e con questo piccolo lavoro speriamo di avervi dato, oltre a informazioni, un po del nostro entusiasmo e del nostro amore per il sacro legno. |
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Beneritto o ggiglio a " Croce " |
ca stu popolo cunzola |
cu nu iuorno o cchiu' verace |
chino e ggioa e felicita'. |
Da " O Ggiglio d'a Croce " |
Ninuccio Tramontano |
Anno 1964 |